Sofia Corradi: la donna che ha ideato il Progetto “Erasmus” #31donnechehannocambiatoilmondo

Sofia Corradi, soprannominata “mamma Erasmus” dagli studenti europei, è la donna italiana che ha ideato e lottato per l’approvazione del programma Erasmus,  il programma di mobilità tra atenei che porta il nome del famoso umanista e teologo olandese che viaggiò per anni nel vecchio continente per conoscere e comprendere le diverse culture che lo popolavano per l’interscambio degli studenti fra le università europee.
Nata a Roma nel 1934, ha studiato Giurisprudenza all’Università di Roma.
Nel 1957 è andata a studiare negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio Fulbright e, nonostante le mancassero pochi esami e la tesi, ha comunque conseguito un master in legislazione universitaria comparata alla Columbia University.
Tornata a Roma, l’università non le ha riconosciuto il master conseguito all’estero e le ha chiesto di completare il regolare corso di studi. Questo per lei era inaccettabile ed ha così pensato ad un progetto che permettesse il riconoscimento degli esami e titoli conseguiti all’esterno presso altre università.
“Un’arrabbiatura e un’umiliazione: ecco la genesi dell’Erasmus. Ho promesso a me stessa che nessun altro studente avrebbe dovuto subire un’offesa come quella che avevo patito io. Dopo gli studi in giurisprudenza vinsi una borsa di studio Fulbright, finanziata con la vendita all’asta dei residuati bellici della II Guerra Mondiale, che mi diede la possibilità di passare un anno alla Columbia University di New York, conseguendo un Master in diritto comparato. Rientrata a Roma mi sono presentata alla segreteria dell’ateneo per farmi convalidare gli esami: lì mi hanno guardata con disprezzo, dileggiandomi davanti a tutti. In quel momento è nata l’idea dell’Erasmus”.
Dopo la laurea nel 1959, è diventata consulente scientifico della Conferenza permanente dei rettori delle università italiane e questo ruolo le ha permesso di far conoscere la sua idea in ambito accademico.
Nel 1969 ha predisposto il seguente appunto, che conteneva una prima idea del progetto Erasmus: «Lo studente, anche se non appartenente a famiglia residente all’estero, può chiedere di svolgere parte del suo piano di studio presso università straniere, presentandolo all’approvazione del Consiglio di Facoltà in preventivo. Il Consiglio di Facoltà potrà dichiarare l’equivalenza, che diventerà effettiva dopo che lo studente avrà prodotto la documentazione degli studi compiuti all’estero».
Tale appunto è stato promosso nel medesimo anno da Alessandro Faedo, presidente della Conferenza permanente dei rettori delle università italiane a Ginevra, ad un incontro dei rettori europei, a cui è seguito, sempre nel 1969, un incontro italo-francese a Pisa, di cui Corradi ha predisposto il seguente comunicato “La conferenza dei rettori italo-francese: accordi per il riconoscimento degli studi fatti all’estero”.
Sempre nel 1969, il Ministro della Pubblica Istruzione, Mario Ferrari Aggradi, ha adottato il suo appunto come base per il disegno di legge 612/1969 per la riforma dell’università italiana, così definito nella relazione al Senato: “Con queste norme l’Italia si pone in posizione di grande apertura europea ed internazionale, dando, in questo, l’esempio per la futura legislazione universitaria di altri paesi”.
Tuttavia tale disegno di legge, dopo essere stato approvato al Senato, dopo un iter durato tre anni e mezzo, non è stato approvato alla Camera per la fine anticipata della V legislatura. Nel 1976 tale principio è stato sancito a livello europeo con l’approvazione della Risoluzione del 9 febbraio 1976 della Comunità Economica Europea che incoraggiava gli scambi tra le università di diversi Paesi e i viaggi degli studenti. Tale risoluzione ha permesso la sperimentazione di quello che, dopo varie lentezze burocratiche, sarebbe diventato l’Erasmus nel 1987.
Per essersi impegnata assiduamente per lunghi anni per convincere i rettori delle università europee ad inserire gli scambi universitari nei programmi di studi è stata soprannominata “Mamma Erasmus“.
Sofia ha lottato per gli altri, per i tanti giovani di oggi che scelgono di lasciare il proprio paese per un periodo di studio e di formazione oltre confine. E sono in tanti: al progetto Erasmus oggi partecipano in Europa 4 milioni di studenti.
A 30 anni dall’entrata in vigore del Progetto Erasmus , durante la festa dell’Europa, quest’anno ha ricevuto il prestigioso premio “Carlo V” dal Re di Spagna Filippo IV e dal presidente del Parlamento Ue Martin Schulz”, e in tale occasione Stefania Giannini, ministro all’istruzione, l’ha ringraziata “per la sua straordinaria opera. Alla sua caparbietà dobbiamo un Programma che ha completamente rivoluzionato la vita dei nostri figli contribuendo alla costruzione europea”.
Sempre quest’anno è stata nominata commendatore da parte del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.
Ha effettuato attività di ricerca presso la Commissione per i Diritti Umani dell’ONU, in cui ha approfondito il tema del diritto all’educazione come diritto umano fondamentale, l’Accademia di diritto internazionale dell’Aia, London school of Economics a Londra, Unesco a Parigi. Professore Ordinario di Educazione permanente degli adulti (Lifelong learning) nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Statale degli Studi Roma Tre dal 1980 al 2004.
Fonti
Tiziana Giusto
info@tizianagiusto.it

Professionista del coaching, della comunicazione, della crescita personale, professionale e dell’Empowering al Femminile. Ti supporto nella tua crescita personale, attraverso percorsi e formazione mirata.

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