10 Gen Che sintomi ha la gratitudine?
A fine dicembre ero a Bari e mentre passeggiavo per le vie della città in un giorno meraviglioso e soleggiato, sono passata davanti ad un panificio da cui veniva fuori un delizioso profumo di focaccia calda, hai presente quel profumino di buono che ti fa venire l’acquolina in bocca? Ecco, proprio quello. Così sono entrata per comprarne un pezzettino. C’era parecchia gente prima di me, così ho preso il mio numerino e mi sono messa in attesa. Dopo qualche minuto che ero lì dentro, non sentivo più il profumo della focaccia che pur stavano continuando a sfornare e mi sono soffermata a pensare che l’odore c’era ancora, ma era il mio olfatto che vi si assuefatto per cui non lo riconosceva più.
Questo è esattamente ciò accade nella nostra mente: riconosciamo le novità, ma ben presto ci abituiamo ad esse e non le riconosciamo più.
Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato questo “Effetto di Assuefazione” della nostra mente, a cominciare da quello condotto dallo psicologo sociale Philip Brickman ed il suo team negli anni settanta. Egli studiò un gruppo di persone che avevano vinto premi milionari alla lotteria. Appena vinta la lotteria erano felicissimi (lo sarei stata tanto anche io!!!), potevano realizzare i loro sogni, e comprare ciò che volevano per sé stessi e per gli altri. Brickman e il suo team scoprirono che questa felicità era di breve durata. Passato un po’ di tempo i livelli di felicità delle persone che avevano vinto alla lotteria non solo tornavano quelli di prima, ma non riuscivano più a godere in modo spensierato dei piccoli piaceri della vita.
È successo anche a te di volere tanto qualcosa o di innamorarti di una persona, e poi una volta ottenuta quella cosa o aver conquistato quella persona il senso di appagamento e soddisfazione è scemato? Dopo un po’ diventa normale e la nostra attenzione si sposta su qualcosa d’altro di cui avere bisogno.
In generale sono tante le cose che diamo per scontate perché le abbiamo come se ci fossero dovute, ad incominciare dal dono della vita, alla salute, la famiglia, l’aria che respiriamo, la casa, l’acqua, il cibo, i sensi, i vestiti che indossiamo, il pc, la tv, le scarpe, gli amici, i fiori, le piante, le stagioni, il fatto di essere nati in questa meravigliosa parte di mondo…
Il punto è che l’”Effetto di Assuefazione” è l’anticamera dell’infelicità (spesso anche della propensione alla lamentela) che paradossalmente ci porta a scoprire il valore di ciò che abbiamo solo nel momento in cui lo perdiamo.
Siamo proprio sicuri di voler riscoprire la fortuna di tutto ciò che abbiamo solo quando la perdiamo? Siamo sicuri di voler aspettare di ammalarci per renderci conto di quanto è importante la salute? O di voler sperimentare la povertà per apprezzare l’abbondanza? O di perdere una persona cara per renderci conto di quante occasioni abbiamo sprecato per dimostrargli il nostro amore?
A tutto ciò c’è una soluzione.
La strada per la felicità si chiama gratitudine.
Conosci la storia de “Il Club dei Novantanove”?
C’era una volta un re molto triste che aveva un servo molto felice che circolava sempre con un grande sorriso sul volto. «Paggio», gli chiese un giorno il re, «qual è il segreto della tua allegria?».
Non ho nessun segreto. Signore, non ho motivo di essere triste. Sono felice di servirvi. Con mia moglie e i miei figli vivo nella casa che ci è stata assegnata dalla corte. Ho cibo e vestiti e qualche moneta di mancia ogni tanto». Il re chiamò il più saggio dei suoi consiglieri: «Voglio il segreto della felicità del paggio!».
«Non puoi capire il segreto della sua felicità. Ma se vuoi, puoi sottrargliela».
«Come?».
«Facendo entrare il tuo paggio nel giro del novantanove».
«Che cosa significa?».
«Fa’ quello che ti dico…».
Seguendo le indicazioni del consigliere, il re preparò una borsa che conteneva novantanove monete d’oro e la fece dare al paggio con un messaggio che diceva: «Questo tesoro è tuo. Goditelo e non dire a nessuno come lo hai trovato».
Il paggio non aveva mai visto tanto denaro e pieno di eccitazione cominciò a contarle: dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta…
novantanove! Deluso, indugiò con lo sguardo sopra il tavolo, alla ricerca della moneta mancante. «Sono stato derubato!» gridò. «Sono stato derubato! Maledetti!».
Cercò di nuovo sopra il tavolo, per terra, nella borsa, tra i vestiti, nelle tasche, sotto i mobili… Ma non trovò quello che cercava.
Sopra il tavolo, quasi a prendersi gioco di lui, un mucchietto di monete splendenti gli ricordava che aveva novantanove monete d’oro. Soltanto novantanove. «Novantanove monete. Sono tanti soldi», pensò. «Ma mi manca una moneta. Novantanove non è un numero completo» pensava. «Cento è un numero completo, novantanove no».
La faccia del paggio non era più la stessa. Aveva la fonte corrugata e i lineamenti irrigiditi. Stringeva gli occhi e la bocca gli si contraeva in una orribile smorfia, mostrando i denti.
Calcolò quanto tempo avrebbe dovuto lavorare per guadagnare la centesima moneta, avrebbe fatto lavorare sua moglie e i suoi figli. Dieci dodici anni, ma ce l’avrebbe fatta! Il paggio era entrato nel giro del novantanove…
Non passò molto tempo che il re lo licenziò. Non era piacevole avere un paggio sempre di cattivo umore.
Riconoscere ogni giorno di avere ricevuto un dono di valore, essere grati per tutto ciò che si ha, ad incominciare dalla vita. Questo è l’antidoto all’ “Effetto di Assuefazione”.
Spostando la nostra attenzione da ciò che non abbiamo a ciò che abbiamo (cose che nella maggior parte abbiamo ricevuto come dono e non per merito o impegno), attiviamo il SAR, Sistema Attivante Reticolare, ed alleniamo la nostra mente a riconoscere l’abbondanza e tutto il buono e il bello che appartiene alla nostra vita.
La gratitudine è un atteggiamento mentale, è un modo diverso di guardare ciò che si ha.
La gratitudine ci rende consapevoli:
• Di avere tante cose meravigliose nella nostra vita
• Che nulla di ciò che abbiamo è scontato
• Che molte di queste cose sono veri doni
• Che molte cose le abbiamo ricevute in dono e non per merito
Ci sono due possibilità: o dai tutto per scontato, ti abitui a ciò che hai e non consideri i doni che ti sono stati fatti, oppure cominci a guardare le cose con occhi nuovi e ad essere felice e grata per ogni singola, piccola o grande cosa che hai nella tua vita.
Come sempre a te la scelta di scegliere la strada della felicità.
Buon cammino!
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