Margaret Bulkey in arte James Barry: la prima donna medico (ufficiosa) #31donnechehannocambiatoilmondo

La storia che vi racconto oggi, ha due volti.
E l’ho scoperto pochi giorni fa.
Quando ho preparato l’elenco delle 31 donne meravigliose che hanno cambiato il mondo, per il giorno 3 marzo 2017, avevo inserito la prima donna medico al mondo: Elizabeth Blackwell. La Blackwell, nata a Bristol, 3 febbraio 1821 è infatti indicata come la prima donna dei tempi moderni a laurearsi in Medicina e ad esercitare questa professione negli Stati Uniti d’America, rivestendo un ruolo pionieristico nello spalancare le porte degli studi medici a tutte le altre donne del mondo (di lei vi parlerò domani).
Poi “sgoogolando” ho scoperto che in realtà prima di lei c’è stata Margaret Ann Bulkey, che si finse uomo per 56 anni pur di fare il medico, in quanto a quei tempi non erano concesse alle donne molte professioni, tra cui quella.
Il suo “nome d’arte” era Dr. James Barry.
“Nata in Irlanda nel 1792, desidera studiare medicina, ma le donne non possono frequentare l’università. Con la complicità della madre, dello zio pittore e professore alla Royal Academy, James Barry, e di alcuni suoi amici influenti nonché illuminati – tra i quali il generale rivoluzionario Francisco de Miranda -, nel 1809, accompagnata dalla madre, arriva a Edimburgo dove è ammessa all’università sotto il nome di James Barry, identità che conserverà per tutta la vita e che si porterà fino alla tomba. Nel 1812 il senato accademico viene persuaso dal conte di Buchan a consegnarle il dottorato, malgrado «l’aspetto giovanile sembrasse indicare una scarsa maturità». Contava di raggiungere il generale Miranda in Venezuela, ma il generale viene incarcerato dagli spagnoli, così si arruola nell’esercito britannico. Grazie all’intervento dei suoi protettori, riesce ad evitare la visita medica obbligatoria che le sarebbe stata fatale. A Londra, supera brillantemente l’esame del Royal College of Surgeons e dopo alcuni mesi di pratica all’ospedale militare di Plymouth come assistente chirurgo, è inviata a curare le truppe prima in India, poi in Sudafrica, dove viene promossa Ispettore coloniale. Tra le truppe, si fa notare per la sua eccentricità: è vegetariana, astemia, calza stivali con il tacco rosso e indossa camicie ricamate sotto la giacca dalle spalle imbottite. È anche riservata, arrogante, suscettibile e pronta a battersi in duello, anche se è illegale. Come chirurgo si dimostra un pioniere: a Città del Capo, pratica il primo taglio cesareo (il bambino si chiamerà James Barry Munnik). Irrita l’amministrazione coloniale con le continue critiche per le condizioni disumane in cui vengono lasciati i pazienti di ogni sesso e colore. Dal 1828 è in servizio alle Mauritius, Trinidad e Tobago, e a Sant’Elena dalla quale si assenta senza permesso per raggiungere Lord Charles Somerset, conosciuto quando era governatore del Sudafrica. Verranno processati entrambi per omosessualità. Riescono ad evitare il carcere: lei viene retrocessa ad assistente chirurgo e riparte per altre isole dell’impero. Nel 1831 partecipa alla guerra di Crimea, è decorata e promossa Ispettore degli ospedali militari nei Caraibi dove modernizza la sanità, s’ammala di febbre gialla, rifiuta di farsi visitare e rientra a Londra per farsi curare dai propri parenti. Dal 1857 conclude la sua strabiliante carriera ottenendo il rango più alto: Ispettore generale degli ospedali militari in Canada. Ancora oggi, in Canada, viene citata come un modello di compassione, onestà e rigore. Gira il paese in lungo e in largo per esigere cibo, igiene e assistenza per i soldati semplici e per i prigionieri. Per limiti di età, pur controvoglia, nel 1864 è costretta a tornare a Londra. Muore di dissenteria l’anno dopo. La trova la donna delle pulizie, che scopre la verità e la rivela ai conoscenti: «era una femmina perfetta». Qualcuno ricorda, allora, una certa effeminatezza, alcune sue stravaganze, si parla di possibile ermafrodismo, ma l’Esercito britannico mette tutto a tacere e chiude per cent’anni la documentazione nei propri archivi.
Solo nel 1958 la storica Isobel Rae viene autorizzata alla consultazione dei documenti in archivio. Si innamora di questa storia e scrive la prima biografia di Margaret. Nel 2008, la regista olandese Marleen Gorris gira in Sudafrica il film Heaven and Earth con James Purefoy nella parte di Charles Somerset e Natasha McElhone in quella di James Barry.”
Tiziana Giusto
info@tizianagiusto.it

Professionista del coaching, della comunicazione, della crescita personale, professionale e dell’Empowering al Femminile. Ti supporto nella tua crescita personale, attraverso percorsi e formazione mirata.

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