22 Mar Gro Harlem Brundtland: la donna che istituì lo sviluppo sostenibile #31donnechehannocambiatoilmondo
Gro Harlem Brundtland è un medico e politico norvegese, impegnata su tre fronti principali: la difesa dell’ambiente, delle donne e dei paesi in via di sviluppo.
Gro nasce ad Oslo il 20 aprile 1939 da una famiglia benestante e dedica la prima parte della sua vita agli studi in medicina. Si laurea con ottimi voti in medicina a Oslo nel 1963 e si specializza in sanità pubblica negli Stati Uniti (Harvard) nel 1965. Ha esercitato la professione sino al 1974, anno in cui fu nominata ministro dell’Ambiente (1974-79). Militante laburista fin dalla giovinezza, divenne deputato nel 1977 e dal 1981 al 1992 fu presidente del partito. Prima donna in Norvegia, ed anche la più giovane, chiamata a ricoprire la carica di capo del governo, fu primo ministro nel 1981, nel 1986-89 e poi dal 1990 fino alle dimissioni, rassegnate per motivi personali nell’ottobre 1996. Alla costante difesa dei diritti delle donne Gro accompagnò l’impegno ecologista, coniugandolo con quello a favore dei paesi sottosviluppati.
Nel 1983 il Segretario Generale delle Nazioni Unite la nominò Presidente della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo. La commissione dell’ONU su ambiente e sviluppo da lei presieduta stilò nel 1987 una importante relazione, “Il futuro di noi tutti” noto come Rapporto Brundtland, che conteneva una definizione di sviluppo sostenibile che coniugava le aspettative di benessere e di crescita economica con il rispetto dell’ambiente e la preservazione delle risorse naturali.
Il documento ha importanza fondamentale perché pose le basi della seconda fase dello sviluppo del diritto internazionale ambientale, iniziata a Stoccolma e caratterizzata dalla conclusione di trattati soprattutto di natura settoriale e basati sulla prevenzione del danno e sull’inquinamento transfrontaliero. A partire dalla Conferenza ONU di Rio de Janeiro del 1992, tale processo sarà contraddistinto dall’esigenza di rendere compatibili lo sviluppo economico e la tutela ambientale, dall’estensione della cooperazione internazionale alle questioni ambientali globali, dalla conclusione di convezioni a vocazione universale fondate sul principio precauzionale.
Con tale documento si analizzano gli elementi più problematici della relazione tra ambiente e sviluppo, a soluzione della quale si avanzano delle proposte che Governi, Organizzazioni internazionali ma anche i singoli cittadini, dovrebbero mettere in atto, e per la prima volta si affrontano anche le criticità della tutela ambientale e quelle dello sviluppo economico sottolineando il legame che intercorre tra le stesse.
Dopo aver spiegato lo stato del Pianeta, il rapporto Brundtland promuove un nuovo modello di crescita che dovrà basarsi su uno sviluppo di tipo sostenibile.
Il concetto dello “sviluppo sostenibile”, introdotto nel 1987 per la prima volta, si basa sull’idea secondo cui bisogna dar vita ad una forma di sviluppo presente che non intacchi però l’ambiente al punto da compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze di godimento delle risorse naturali.
Ne consegue anche una nuova maniera di gestire le relazioni economiche tra Stati i quali dovranno garantire un utilizzo “sostenibile” delle risorse naturali, in particolare sfruttando quelle non rinnovabili in modo tale da non causarne il rapido esaurimento e quelle rinnovabili non senza tenere in debita considerazione la loro capacità di rigenerazione e quindi evitando di determinarne il progressivo logoramento.
Da questo momento in poi il concetto di sviluppo sostenibile avrebbe imperniato di sé tutta la produzione normativa internazionale volta alla tutela ambientale e rispecchiato l’esigenza fondamentale per cui nelle politiche di sviluppo non si potesse più prescindere dal considerare strumenti e misure che di pari passo proteggessero anche la natura e l’ecosistema.
Dal 1998 al 2003 ricoprì la carica di direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Nel 2004 una classifica pubblicata dal giornale britannico Financial Times l’ha vista al quarto posto tra gli Europei più influenti degli ultimi 25 anni.
Fonti
Enciclopedia Treccani
Annalisa Cicerchia, Leggeri sulla Terra. L’impronta ecologica della vita quotidiana, Franco Angeli Editore
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